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Congresso Verona, No trappola della Lega per ulteriori dividendi elettorali


Il congresso mondiale della famiglia di Verona con le sue derive estremiste e le posizioni violente e apertamente sessiste di alcuni dei relatori, toglie ancora una volta l’attenzione dalla necessità di un dialogo oggettivo ed equilibrato sulla dimensione della famiglia, ma provoca solo la ribalta per contrapposti estremismi. La famiglia italiana non ha bisogno di estremismi, ma di risposte. La famiglia è sempre più sola ed isolata e non può più essere l’ammortizzatore sociale per eccellenza, perché negli ultimi 20 anni ha già dato tutto. Avere figli non può essere elemento che ti espone a rischio povertà o isolamento dalla dimensione lavorativa,ma invece in un paese in inverno demografico, deve essere elemento di valore sociale per entrambi i genitori e in particolare per le madri. Dove sono le proposte per valorizzare le donne, aiutare i genitori nella difficilissima sfida educativa, costruire reti di comunità più forti e occuparci delle cose concrete: dal promuovere il lavoro femminile, agli asili nido, ad una scuola che formi ed educhi al rispetto di se , a volersi bene e ad essere pronti alle sfide lavorative del presente e del futuro. Invece vediamo il riproponimento di una dimensione della donna retrograda e subalterna all’uomo. Abbiamo bisogno di costruire ed investire in un nuovo assetto di welfare che investa sulla famiglia come nucleo fondante della società, così come rimboccarci le maniche ed aiutare sul piano culturale le famiglie a sostenere le enormi pressioni culturali che rischiano di schiacciarci ed isolarci. Spero che l’opposizione di centro sinistra sappia fare propria questa grandissima sfida e dare risposte ai bisogni concreti e l’ansia di futuro che attanaglia questa generazione. Rispondiamo a Verona parlando il linguaggio di un neoumanesimo che sappia dare più forza alla famiglia, ai giovani, alle madri e padri di oggi e domani. Non si cadi nella trappola della Lega che vuole scatenare con Verona un ulteriore fronte di divisione su temi delicati per accaparrarsi ulteriori dividendi elettorali, senza prendersi l’onere di finanziare un progetto organico a sostegno della famiglia.

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