- segreteria.macchioni
Donne ancora penalizzante per maternità

Il lavoro trattato come 'merce' è stato il paradigma degli ultimi vent'anni e il Jobs Act di renziana memoria ha rappresentato l'apoteosi di un modo sbagliato di immaginare il rapporto tra il capitale ed il lavoro, tra le aziende ed i lavoratori". Lo dichiara Pasquale Cardillo Cupo, presidente e fondatore dell'associazione Cesare Beccaria e consigliere provinciale FdI a Latina e fondatore invitando ad una riflessione sul ruolo del lavoro nell'economia, nella società e soprattutto per la persona mirando a restituire una nuova centralità all'uomo ed alla donna che producono restituendogli dignità e diritti. Leggiamo invece dalla cronaca di un’operaia minacciata dall'azienda e accusata di aver fatto un secondo figlio senza avvisarli preventivamente. A raccontare la vicenda di Chiara è il Corriere della Sera: Un caso eclatante, ma probabilmente non isolato, quello della dipendente di un'azienda familiare in Lombardia che si è ritrovata discriminata sul lavoro dopo aver scelto di mettere al mondo il secondo figlio. Minacce velate dietro il tono amichevole di un consulente dell'azienda e che mettono in luce una realtà che attanaglia tante donne sul lavoro. Quando ci si riferisce cosi' alle donne, dichiara il consigliere Cupo, dietro c'e' l'idea che "abbiano bisogno di tutele perche' non siano in grado di esercitare la loro autosufficienza. Bisogna rovesciare questa idea di debolezza. Le donne sono perfettamente in grado di esercitare tutti gli strumenti della democrazia. Dobbiamo fare un salto di qualita', E' evidente - ha poi aggiunto - che la battaglia al divario di genere nelle retribuzioni e nelle condizioni lavorative non si risolve con enunciazioni di principio ma con norme e indicazioni che promuovano in tutti i Paesi dell'Unione Europea il rispetto dei diritti umani e quindi l'uguaglianza di genere. Se è giusto che i servizi di interesse pubblico, quali la sicurezza sociale, l'istruzione, i trasporti e l'assistenza sanitaria restino di competenza dei singoli governi, è altrettanto doveroso che l'Unione Europea si faccia carico con concretezza della promozione della tutela di diritti fondamentali che non possono essere sacrificati sull'altare degli interessi commerciali o industriali.