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I miei figli possono lavorare in tre continenti,sono laureati, vogliono pure i soldi?


Ospite a “Io e te”, il “faccia a faccia di Pierluigi Diaco su Rai 1, ha ribadito e confermato dalle pagine del quotidiano Libero che lui ai figli non lascerà nemmeno un euro. Li ha “diseredati”. E non perché sia in pessimi rapporti con loro, anzi. Ma, diamine, «possono lavorare in tre continenti, hanno la laurea, vogliono pure i soldi?». «I soldi non sono importanti», osserva, «l’educazione lo è. Bisogna crescere nel rispetto e non avere la mangiatoia bassa». Il messaggio? Bisogna sforzarsi per ottenere le cose, «allenare il cervello che è un muscolo, così si è più aperti alla vita. Se non lo si fa, se non è sotto sforzo, tende al male, al molle, va in difficoltà». «Sento spesso i ricchi discutere a chi devono lasciare la casa che hanno a Cortina, in Svizzera, all’Elba... io non ho mai pensato all’eredità. La cosa migliore con i figli “di cui non sono amico ma padre” è crescere nel rispetto». È la sola cosa che conta insieme all’eredità morale e all’esempio. Li ho educati come mio padre ha fatto con me». E «loro sono felici». Dei figli avuti dalla prima moglie, il primo è un avvocato, la seconda è un’antropologa, la terza una designer. Tutti di successo. E quel che ho fatto per loro: dargli la possibilità di lavorare ovunque, ma soprattutto aver pagato studi da un milione di euro in prestigiose università». I miei soldi? «Li ho messi tutti dentro il mio teatro, l’Eliseo», di cui sono direttore artistico, più di cinque milioni di euro per risistemarlo. Punto. Per il resto, nel ribadire ad alta voce di non aver «mai rubato un soldo» ne ho da dire anche all’attuale governo: «Se il fine non è culturale» «sono troppo ebreo per non vedere la cecità della semplificazione del pensiero. L’Europa non ha più la centralità culturale, non si fa più riferimento a Roma, a Vienna, ma all’Oriente, alla Cina...». Che è un po’come dire che la nostra eredità culturale l’abbiamo mandata a farsi benedire.

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