- segreteria.macchioni
LA LEZIONE DI CARLI: PIÙ INVESTIMENTI E PIÙ CORAGGIO

Il 28 marzo era il suo compleanno. E proprio per celebrare i 105 anni dalla nascita di Guido Carli, oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà i vertici della Fondazione Carli, che è stata fortemente voluta ed è presieduta da Romana Liuzzo, nipote di questo civil servant protagonista di un cinquantennio di vita pubblica italiana, da presidente della Confindustria, governatore della Banca d’Italia, nonché da ministro del Tesoro firmatario del Trattato di Maastricht nel 1992. C’è da giurare che, nell’approssimarsi della tornata elettorale europea e nell’imminenza della soluzione per la tormentata vicenda del rinnovo dei membri del direttorio di Banca d’Italia, il presidente farà sentire la sua voce, sottolineando l’esigenza di conservare la memoria di chi ha saputo dar vita a importanti passaggi nella storia delle istituzioni. «“Alimentare i sogni e le speranze”, è stato l’invito agli italiani formulato a inizio anno dal capo dello Stato - ricorda Liuzzo -. Alla vigilia della nostra udienza al Colle, mi piace ricordare quell’invito e pensare che ad alimentare sogni e speranze e a contribuire alla crescita del nostro Paese siano soprattutto i talenti italiani. E, in particolare, quelli che stanno brillando all’estero nei settori più svariati, dalla cultura alla scienza, non solo chi eccelle nell’imprenditoria e produce fatturati a sei zeri. Sono proprio quei talenti che come Fondazione Guido Carli quest’anno abbiamo deciso di premiare, nell’occasione speciale del decennale». Della delegazione che sarà ricevuta oggi al Quirinale faranno parte, tra gli altri, il presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, il presidente onorario della Fondazione, Gianni Letta, Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, Antonio Patuelli, presidente dell’Abi. Successivamente, i vertici della Fondazione Carli saranno ricevuti in udienza dal Papa, sempre in occasione della celebrazione del decennale e in vista della consegna del premio Carli, che avverrà il 10 maggio prossimo al Senato, alla presenza della presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Da governatore della Banca d’Italia, Carli dedicò grande attenzione alla costruzione economica europea, di cui era un convinto fautore. Ma oggi, come ha di recente ricordato l’attuale numero uno di via Nazionale, Ignazio Visco, la costruzione monetaria economica europea resta largamente carente: «All’Unione monetaria è seguita un’unione bancaria ancora incompiuta nei suoi pilastri fondamentali, mentre permangono ostacoli - non solo economici - sulla strada verso l’unione del mercato dei capitali, mercato sulla cui importanza Carli si era espresso quasi sessant’anni fa», ha sottolineato il responsabile di Palazzo Koch. Non solo: nessun passo è stato finora intrapreso nella direzione di una capacità fiscale sovranazionale nell’area euro e sull’emissione di debito europeo. Sono tutte lacune che minano, come abbiamo sperimentato negli anni della crisi, la capacità di risposta agli shock e che rendono l’economia europea più vulnerabile. «Non è questa l’Europa che mio nonno aveva immaginato», commenta Liuzzo, ricordando la trepidazione di Carli nel 1992, al momento della firma del Trattato. E aggiunge: «In effetti, i dieci anni di premio Carli hanno coinciso con i dieci anni della crisi economica più pesante e drammatica che la storia dell’ultimo mezzo secolo italiano ricordi. Ma la coincidenza è anche con il decennio segnato dall’esplosione della globalizzazione, che apre nuove sfide, non solo tecnologiche e informatiche». Per uscire dalla palude della crescita zero serve coraggio, secondo Liuzzo. Ed è necessario anche in questo caso trarre spunto dall’insegnamento di Guido Carli. Nel suo pensiero era infatti essenziale il ruolo dell’imprenditore e la centralità degli investimenti. «Solo il coraggio dell’investimento nella crescita, pur senza sovvertire gli equilibri di bilancio - spiega - è la via più sicura per imboccare l’uscita dal tunnel della stagnazione. La nostra speranza è che i talenti italiani, che si stanno distinguendo all’estero nei campi più svariati, possano tornare a brillare nel nostro Paese e arricchirlo, non solo sotto il profilo economico».